11° POST - LE ALTERAZIONI

TONO E SEMITONO


Le sette note si ripetono in modo ciclico per moto ascendente o discendente , variando la propria altezza ( moto ascendente le note diventano più acute, moto discendente diventano più gravi ).
Anche se la successione è congiunta, tra una nota e l'altra non c'è una distanza uguale: alcune hanno una distanza maggiore altre minore.
La distanza maggiore tra due note congiunte prende il nome di TONO ( T )
La distanza minore tra due note congiunte prende il nome di SEMITONO ( sT )
Il tono è formato da due semitoni

La figura sottostante ci mostra la distanza tra le sette note

Possiamo notare come la distanza di Tono ( es. Do Re ) sia formata da due semitoni.
Questa suddivisione in semitoni può avvenire grazie ai segni di alterazione o accidenti musicali


LE ALTERAZIONI
( ACCIDENTI MUSICALI)
Le alterazioni sono segni grafici che posti prima di una nota ne modificano l'altezza di uno o due semitoni ascendenti o discendenti.
Le alterazioni possono essere :

Costanti ( permanenti o in chiave):
Quando sono poste all'inizio di un brano subito dopo la chiave e prima dell'indicazione di metro
in questo caso valgono per tutta la durata del brano. Se ne possono trovare al massimo sette ( sia per i diesis che per i bemolli) ed hanno un ordine di successione preciso. Per essere annullata si usa il bequadro , ma ha valore solo per la battuta in cui è posto, nella successiva l'alterazione riacquista la sua funzione.

Le tabelle di seguito ci mostrano la successione degli accidenti in chiave e la loro disposizione sul pentagramma

Momentanee ( transitorie o di passaggio):
Quando si trovano saltuariamente nel corso di un brano, in questo caso alterano solo la nota nella battuta in cui si trovano.


Di precauzione ( di rammento):
Si trovano lungo il brano, di solito sono poste fra parentesi, servono per rammentare che una nota è alterata o ritorna al suo stato naturale.



Grazie alle alterazioni possiamo capire che ogni suono pur mantenendo la stessa altezza può assumere nomi diversi

Questa caratteristica fa si che suoni che risultano da note di nome diverso ma di uguale intonazine prendano il nome di souni omologhi o omofoni.

10° POST - IL RITMO - INDICAZIONE DI METRO

Con il termine ritmo intendiamo la successione di movimenti che si ripetono sempre uguali per velocità e per tempo, mentre un qualsiasi movimento che non si ripete regolarmente si dice aritmico. Il ritmo è quindi formato da una successione regolare di momenti forti ( battere) e momenti deboli (levare). Il raggruppamento di queste successioni ritmiche all'interno della battuta prende il nome di MISURA


Ogni misura può essere a suddivisione binaria , ternaria , quaternaria o quinaria in base ai movimenti che le compongono.


Suddivisione binaria : 2 movimenti per battuta

Suddivisione ternaria : 3 movimenti per battuta

Suddivisione quaternaria : 4 movimenti per battuta

Suddivisione quinaria : 5 movimenti per battuta


Per stabilire la grandezza e l'ordinamento di ogni misura si usa un numero frazionario posto all'inizio del pentagramma subito dopo la chiave, questo numero frazionario prende il nome di METRO ( O TEMPO ).


Esistono vari gruppi di tempi:

TEMPI FONDAMENTALI

TEMPI PER AUMENTAZIONE

TEMPI PER DIMINUZIONE

TEMPI MISTI O ASIMMETRICI

Tutti si dividono in TEMPI SEMPLICI ( suddivisione binaria ) e TEMPI COMPOSTI ( suddivisione ternaria ) tranne i tempi misti che hanno caratteristiche diverse.
Per il momento analizzeremo i tempi fondamentali.
                     
                                                    TEMPI FONDAMENTALI


TEMPI SEMPLICI: ogni movimento ha sempre una suddivisione binaria, ne fanno parte i 2/4 - 3/4 - 4/4

nei tempi semplici il numeratore indica il numero dei movimenti mentre il denominatore il valore di ogni movimento.

ES: nel tempo di 2/4 si avranno 2 movimenti di un quarto ciascuno.



Ogni tempo semplice ha il suo corrispettivo tempo composto a suddivisione ternaria ma mantiene il numero dei movimenti, ne fanno parte i 6/8 - 9/8 - 12/8

Nei tempi composti il numeratore indica il numero delle suddivisioni mentre il denominatore il valore di ogni suddivisione.

Per riassumere i tempi semplici con i rispettivi tempi composti hanno in comune il numero dei movimenti , ma differiscono per il numero delle suddivisioni.


Per ricavare un tempo composto da uno semplice bisogna moltiplicare il numeratore per 3 e il denominatore per 2.

Vice versa per ottenere un tempo semplice da uno composto bisogna dividere il numeratore per 3 e il denominatore per 2.

9° POST - USARE IL MOVIMENTO PER SCANDIRE LA DURATA DEI SUONI

Abbiamo detto che ad ogni movimento associamo una nota da un quarto , quindi se dovessimo eseguire un andamento di 4 note da un quarto dovremmo fare 4 movimenti completi.
Il nome della prima nota dovrà essere detto nel momento in cui la mano va in battere e deve durare fino al momento del levare ( ricordo che lo spazio all 'interno del movimento deve essere sempre costante )




Per le note da due quarti si faranno due movimenti e si manterrà il nome della nota per tutta la sua durata

così vale per le note da quattro quarti ( si faranno 4 movimenti )

Il concetto cambia in presenza di valore di durata inferiore al quarto ( ottavi , sedicesimi , ecc. )
Partiamo dall'ottavo:
Siccome un ottavo è la metà di un quarto dovremmo inserire una nota in battere ed una il levare, quindi il suono dura per mezzo movimento.
Avremmo quindi un ottavo in battere ed una in levare.

Per i sedicesimi siccome sono la metà dell' ottavo avremmo due note in battere e due in levare.
e così via man mano che i valori si dimezzano.

Bisogna fare molta attenzione che ogni movimento sia sempre uguale all'altro e che ogni nota abbia la stessa durata.
In presenza di pause il movimento non cambia , si conterà la pausa con il suo valore.
Es:
La pausa dell'intero si conteranno quattro movimenti ( contando fino a quattro , ogni singolo numero deve stare in un movimento )
La pausa della metà si conta fino a due ( mantenendo sempre il movimento invariato )
Ogni pausa del quarto si conterà uno
Per la pause dell'ottavo si dovrà contare dicendo " UN
Per quanto riguarda i sedicesimi il concetto è uguale agli ottavi , ma naturalmente sarà più veloce, in quanto durano la metà.

8° POST- IL MOVIMENTO-introduzione

Introduciamo ora il concetto di  " movimento " , per capire meglio i concetti futuri.
Nella pratica del solfeggio per movimento si intende il gesto della mano che si muove dall'alto verso il basso, con velocità e ampiezza costante.
Questo gesto serve per avere come riferimento uno spazio al cui interno si possono suddividere le varie forme ritmiche.
Il movimento che va dall'alto verso il basso si dice in battere, mentre quello che va dal basso verso l'alto si dice in levare.



Ora possiamo avere un riferimento di durata. Se associamo questo movimento con la durata di una nota o pausa di un quarto otteniamo una suddivisione


Lo spazio all'interno del movimento deve essere sempre uguale, nel momento in cui la mano scende in battere si dirà il nome della nota o si emetterà un suono tipo " TA"  (a seconda del tipo di solfeggio che si stà effettuando) che si prolungherà fino al momento del levare.
Per concludere possiamo definire il movimento come un susseguirsi costante di due momenti ,uno in battere ed uno in levare.
Più avanti esamineremo meglio la pratica del solfeggio.

7° POST -FIGURE DI DURATA

Le note che rappresentano i suoni assumono aspetti diversi a seconda della loro durata relativa, queste forme vengono chiamate figure di durata.
Anche le figure di silenzio hanno una loro grafia e devono essere misurate mantenendo il concetto di durata relativa.

FIGURE DI DURATA DELLE NOTE

Nell'esempio sovrastante si ha l'aspetto grafico del valore di durata, il valore numerico espresso a parole, il valore numerico espresso sotto forma di frazione ed il nome effettivo della figura di durata.


FIGURE DI DURATA DELLE PAUSE in relazione alle note


Partendo dall'intero ogni figurazione (sia delle note che delle pause) sucessiva vale la metà del valore precedente.

6° POST -LE CHIAVI

LE CHIAVI MUSICALI

All'inizio di un pentagramma si posiziona la chiave musicale o Chiave, essa è un simbolo grafico che identifica l'altezza di una nota ben definita rispetto alla quale si leggono e si intonano tutti gli altri suoni che ne derivano.
Le principali chiavi sono 3


La chiave di Sol detta anche chiave di violino o chiave di canto identifica la nota Sol posizionata sul secondo rigo (in un doppio pentagramma si riferisce a quello superiore)

La chiave di Fa è detta anche chiave di basso e identifica la nota Fa posizionata sul quarto rigo (in un doppio pentagramma si riferisce a quello inferiore).

La chiave di Do identifica la nota Do. Questa chiave rispetto alle altre è mobile in altezza sul pentagramma si può spostare su tutte le righe quindi a seconda della posizione che assume cambia la relativa posizione del Do. ad ogni altezza assume un nome ben preciso



In un doppio pentagramma occupa la posizione centrale, non è mai segnata ma viene sottintesa quindi indica il Do centrale ai due pentagrammi creando una linnea immaginaria tra i due è per questo che si contano undici linee
l'esempi sottostante esemplifica questo concetto


L'insieme di tutte le posizioni delle chiavi prende il nome di SETTICLAVIO in quanto sono sette le posizioni che esse assumono.

5° POST- IL PENTAGRAMMA

IL PENTAGRAMMA

Naturalmente per poter scrivere le note in modo corretto abbiamo bisogno di una "griglia" su cui posizionarle si usa quindi il pentagramma.
Il pentagramma ( dal greco penta=5 e gramma=disegno)è un sistema di 5 linee orizzontali e parallele in cui si intercalano 4 spazi, le note vengono posizionate sia sulle righe che negli spazi, il pentagramma si legge da sinistra verso destra e dal basso verso l'alto, la note posizionate nella parte inferiore del pentagramma rappresentano i suoni gravi man mano che si sale i suoni diventano più acuti.



Nel caso l'altezza di una nota e molto grave o molto acuta e il pentagramma non basta si usano dei piccoli segmenti di lineâ posti sopra o sotto il pentagramma detti tagli addizzionali.



Non vi è un numero fisso di quanti se ne possono aggiungere.

Il pentagramma può essere singolo - doppio o multiplo

pentagramma singolo

si usa per la notazione di strumenti la cui estensione di note può essere inserita in un unico pentagramma


pentagramma doppio o endecagramma (dal greco endeca=11 gramma=disegno)

Il doppio pentagramma è usato per tutti quegli strumenti la cui estensione di note non può essere racchiusa in un unico pentagramma ( pianoforte- arpa ecc..)

Il pentagramma multiplo è un insieme di pentagrammi lo si usa per le partiture d'orchestra o per ensamble di più strumenti o per partiture corali ecc..





LA BATTUTA

Il pentagramma è suddiviso da delle stanghette verticali dette stanghette di battuta, questo per rendere più agevole la lettura, lo spazio all'interno di queste stanghette si chiama Battuta.


esempio della posizione delle sette note sul pentagramma

4° POST - LE NOTE

Lo studio dei segni e dei simboli che servono a tradurre graficamente i suoni musicali secondo le regole della notazione musicale prende il nome di SEMIOGRAFIA MUSICALE E NOTAZIONE.


LE NOTE
I suoni vengono rappresentati da segni grafici puntiformi detti appunto note ( Nota in latino significa "segno").
La collocazione rispetto all'asse verticale del supporto di scrittura (cartaceo o elettronico) ne indica la diversa altezza, mentre la successione orizzontale è legata alla produzione del suono nell'ordine di tempo.
Le note sono composte da 3 elementi da una testa, che può essere piena (completamente nera) o vuota (rappresentata solo col contorno), da un gambo alla cui estremità si possono trovare uno o più uncini.



Esempi della diversa grafia delle note




Nella teoria musicale tradizionale le note di base sono sette, posizionate in relazione di altezza secondo una sequenza ripetibile dal grave all'acuto.
Principalmente ci sono due criteri di denominazione:
con sillabe:

DO RE MI FA SOL LA SI

con lettere

A B C D E F G

In quest'ultimo criterio la prima lettera identifica la nota LA quindi la successione è la seguente LA SI DO RE MI FA SOL
La notazione con lettere o alfabetica è in uso nei paesi anglosassoni e di cutura tedesca con una particolare differenza tra i due per la nota SI:
Paesi anglosassoni il SI = B
Paesi germanici il SI = H

3° POST - IL SUONO

Il suono (o tono) è quella sensazione prodotta dall'oscillazione di un corpo elastico,che può essere solido (corde di uno strumento, membrana di un tamburo ecc.) o aeriforme (colonna d'aria di uno strumento a fiato ecc.)il quale messo in vibrazione da un agente meccanico esterno e propagandosi attraverso dell'aria (anch'essa elastica) può essere percepito dall'uomo tramite l'apparato uditivo (orecchio).
Il suono può essere prodotto anche elettronicamente per mezzo di strumenti elettronici fini a questo scopo ( tasterie elettroniche, sintetizzatori ecc.).
Le oscillazioni prodotte dal corpo elastico hanno una forma sinusoidale e regolare, allora si parla di suono, nel caso contrario, ovvero se sono irregolari si parla di rumore.


PARAMETRI DEL SUONO

I principali parametri del suono sono 4:
ALTEZZA : se un suono è grave o acuto
INTENSITÀ: se un suono è forte o debole
LUNGHEZZA: se un suono è di durata luga o breve
TIMBRO : questo parametro caratterizza la specie di un suono ovvero quella qualità che ci permette di identificarlo in base allo strumento che lo produce, ad esempio un pianoforte ha un timbro differente da un tamburo.

2° POST - LA MUSICA

LA MUSICA:

Ci siamo mai chiesti cosa vuol dire Musica?
Il termine musica etimologicamente deriva dall'aggettivo greco "Mousikos" relativo alle Muse, sottointendendo una tecnica (un arte), anche quest' ultimo termine deriva dal greco "techne" ed unendo le due parole si ha "Mousikos Techne" ovvero " arte delle Muse ".
In origine però -musica- non indicava una particolare arte come la intendiamo oggi ma si riferiva a tutte le arti delle muse. Secondo la mitologia fu il Dio Apollo a donare quest'arte all'uomo e le Muse ne furono le protettrici , in particolare la musa Euterpe e Tersicore.
La musica è strettamente legata alla società umana e al suo sviluppo, alla nazionalità e al territorio, esistono svariati generi, modi e teorie musicali differenti a seconda di dove ci troviamo nel mondo ma soprattutto è un arte in continuo sviluppo e ricerca.
Influisce moltissimo sulla nostra quotidianità anche se non lo percepiamo direttamente, sia per chi la suona che per chi l'ascolta.

Ma quali sono gli elementi che caratterizzano la musica?
sono svariati ma non ci può essere musica se non ci sono suoni ( o toni ) , questi suoni devono essere ordinati secondo delle regole e in sucessione temporale parleremo allora di melodia, se ci sono più voci si parlerà di armonia. Queste voci che si susseguono nel tempo hanno durate differenti si crea così un ritmo anch' esso ordinato secondo precise regole,quest'ultimo ordinamento crea il metro , un altro aspetto importante è il tempo, ovvero la velocià di esecuzione del brano. Importanti sono anche la dinamica e il timbro , il primo inerente alle sfumature d'intensita del suono, il secondo caratterizza lo strumento con cui produciamo i suoni.

1° POST - PRESENTAZIONE

Salve inauguro oggi il mio blog che tratta di musica , in particolare sulla teoria. Inizierò con concetti basilari, che ogni volta si amplieranno fino a raggiungere nozioni approfondite.
Con l'ausilio di immagini e link di approfondimento cercherò di facilitare l'apprendimento, al fine di poter essere d'aiuto a chi ha dubbi, o volesse solamente saperne di più.