15° POST- COSTRUZIONE DELLE SCALE MAGGIORI COI BEMOLLI

COSTRUZIONE DELLE SCALE MAGGIORI COI BEMOLLI


Fino ad ora abbiamo costruito scale maggiori e minori per moto ascendente, inserendo quindi alterazioni ascendenti.

Possiamo costruire scale anche per moto discendente inserendo quindi alterazioni discendenti (bemolli).

Il procedimento è sempre lo stesso ma dovremmo procedere per moto discendente.


Riprendiamo la scala di Do Maggiore




La tonica di partenza sarà sempre il Do , per comodità partiamo dal Do acuto
Identifichiamo i due tetracordi
La nuova tonica di partenza sarà in questo caso il Fa
Ora costruiamo la scala maggiore partendo dalla nuova tonica.

Scala di Fa Maggiore




Proseguendo :
Dividendo in due la scala otteniamo la nuova tonica sib
la nuova scala sarà: Scala di sib Maggiore


e così via...


CIRCOLO DELLE QUINTE TONALITA' MAGGIORI COI BEMOLLI

Per ricavare le tonalità minori procedere come per le tonalità Maggiori
Anche per le tonalità coi bemolli vale la regola delle tonalità relative ( da una tonalità Maggiore scendere di una terza minore per trovare la relativa minore e vice versa. )

CIRCOLO DELLE QUINTE TONALITA' MINORI COI BEMOLLI


CIRCOLO DELLE QUINTE TONALITA' MINORI COI DIESIS





SEQUENZA DEI DIESIS E DEI BEMOLLI

14° POST - COSTRUZIONE DELLE SCALE MUSICALI COI DIESIS

COSTRUZIONE DELLE SCALE MAGGIORI CON

I DIESIS


Iniziamo col dire che la scala prende il nome dal grado con cui inizia.

Analizziamo la seguente scala:




Il primo grado è un Do quindi è una scala di Do, i semitoni sono posti secondo la struttura del modo maggiore, quindi è una scala di Do Maggiore.
Questa scala è detta scala modello perchè senza aver bisogno di alterare nessuna nota rispetta la struttura del modo maggiore. Se volessimo costruire una scala maggiore partendo da qualsiasi altra nota avremmo bisogno di inserire delle alterazioni lungo il percorso.
ES:  

Il primo grado è un sol quindi è una scala di Sol, è maggiore perchè rispetta la struttura del modo Maggiore, ma abbiamo avuto bisogno di inserire un diesis sul 7° grado per poter aver la corretta sucessione dei toni e semitoni.
Riprendiamo la scala di Do Maggiore, se la dividiamo a metà otteniamo due parti identiche costituite della successione di due toni e un semitono, queste due parti si chiamano tetracordi.
Il tetracordo è una successione di 4 suoni nell'ordine della scala. Tutte le scale di genere diatonico sono formate da due tetracordi ( quelle Maggiori hanno la particolarità di avere tetracordi uguali ). I due tetracordi sono uniti da un intervallo di Tono.



Ora se noi prendiamo come primo grado la nota con cui inizia il secondo tetracordo ascendente e costruiamo una nuova scala di modo maggiore partendo da essa otteniamo una nuova scala ma con al suo interno una nota alterata ( FaD)
La scala è di Sol Maggiore




Proseguiamo dividiamo ancora in due la nuova scala, quindi partiamo dalla nota Re
otteniamo
Questa volta abbiamo bisogno di alterare anche il Do.

Concludendo:
Partendo dalla nota con cui inizia il secondo tetracordo e costruendo la nuova scala, dobbiamo sempre aggiungere un D esauriti i gradi della scala modello otterremmo 7 scale maggiori ognuna sempre con una nota in più alterata di un semitono ascendente.
Tutto questo può essere riassunto in uno schema chiamato circolo delle quinte detto tale perchè la nuova scala che costruiamo inizia sempre sul quinto grado della scala precedente.
se riassumiamo il tutto con lo schema del circolo delle quinte otteniamo la seguente successione


Ogni scala Maggiore ha la sua relativa minore e vice versa.
Per ricavare una scala minore dalla sua relativa maggiore basta scendere di una terza minore dalla tonica della scala di riferimento.
Da una tonalità minore salire di una terza minore.
Es:
scala di Do Maggiore - una terza sotto andiamo in La minore
scala di Mi Maggiore - una terza sotto andiamo in DoD minore
ecc...


13° POST - LE SCALE MUSICALI

SCALA MUSICALE

Per scala musicale si intende la successione variabile di suoni, ordinati per moto ascendente o discendente compresi nell'ambito dell' ottava. I suoni che costituiscono la scala si chiamano gradi.

Le scale musicali si classificano per :
  • GENERE : in base al numero dei gradi che le compongono
  • MODO : in base alla posizione dei semitoni all'interno di una scala
  • TONO : In base al punto d'intonazione del primo grado della scala
GENERE:

Esistono 4 gruppi principali di scale


PENTATONICHE : formate da 5 gradi
ESATONALI : formate da 6 gradi






DIATONICHE : formate da 7 gradi





CROMATICHE : formate da 12 gradi                                   







SCALE DIATONICHE


Le scale diatoniche o eptatoniche, sono formate da 7 gradi, secondo una progressione in cui i 5 toni sono intercalati da 2 semitoni in posizione variabile.
In base a dove si posizionano i semitoni abbiamo scale di modo diverso.
Quelle che ci interessano maggiormente sono due:
Quelle di modo maggiore e minore.

SCALA DI MODO MAGGIORE


I semitoni sono posti tra il 3° e 4° grado e tra il 7°e 8° grado ( l'ottavo grado equivale al primo )


 


SCALA DI MODO MINORE

I semitoni sono posti tra il 2°e 3° grado e tra il 5°e 6° grado



Ogni grado della scala ha un nome e una sua funzione più o meno importante
I° Grado - TONICA:
Molto importante perchè da il nome alla scala e alla tonalità del brano, rappresenta il punto di intonazione ovvero è il grado verso cui si rapportano tutti gli altri secondo determinate regole.
II° Grado - SOPRATONICA:
Grado di passaggio , non ha una particolare importanza

III° GradoMEDIANTE , MODALE , CARATTERISTICA:
Grado molto importante :
Mediante : perchè si trova tra il I & V grado
Modale : perchè determina il modo ( Maj o min ) della scala ovvero a distanza di una terza Maj ( 2T ) dalla tonica si è in un modo Maj , a distanza di una terza min ( 1T e 1 St ) si è in un modo min.
Caratteristica: per il concetto sopra esposto caratterizza il brano musicale.

IV° Grado – SOTTODOMINANTE , CONTROSENSIBILE , SENSIBILE MODALE:
Sottodominante: In quanto occupa il posto antecedente alla dominante ( V° grado )
Controsensibile: In quanto per la sua distanza di un semitono dal III grado può risolversi su di
esso per moto discendente come la sensibile (VII grado) risolve ascendendo.
Sensibile modale: Per il concetto sopra esposto se risolve sul III grado a distanza St determina la risoluzione nel modo Maggiore , mentre a distanza 1T risolve nel modo minore.

V° Grado - DOMINANTE:
Grado molto importante in quanto “ domina” la scala attira verso di se i gradi antecedenti , e rilancia i successivi verso la nuova tonica. E' anche il primo grado del secondo tetracordo.

VI° Grado - SOPRADOMINANTE :
Grado di passaggio , non ha una particolare importanza

VII° Grado -SENSIBILE , SOTTOTONICA:
Sensibile: Quando dista un semitono dalla nuova tonica, da quest'ultima viene attratta determinando una risoluzione obbligatoria ( con movimento di semitono ascendente ).

Sottodominante: Quando dista un tono dalla nuova tonica, non si crea quella particolare sensazione di risoluzione.


12° POST - INTERVALLI

INTERVALLI

Lo studio e la classificazione degli intervalli trova la sua importanza nella costruzione delle varie scale musicali e degli accordi.
Per intervallo si intende il rapporto in altezza tra due suoni ovvero la loro distanza.
Abbiamo già visto che la distanza maggiore tra due suoni congiunti si chiama tono e quella minore semitono, ma si possono calcolare anche le distanze tra suoni disgiunti.
Gli intervalli si classificano per grandezza e per specie.
  1. PER GRANDEZZA
    Si misura contando i suoni che abbraccia compreso quello iniziale
    Es: DO - RE due suoni ( intervallo di seconda)
    DO - MI tre suoni ( intervallo di terza )
    DO - FA quattro suoni ( intervallo di quarta )
    ecc....
    Possiamo partire da qualsiasi nota e il procedimento è sempre lo stesso:
    Es: SOL - LA ( seconda )
    SI - RE ( terza )
    MI - LA ( quarta )
    Il procedimento vale anche per il moto discendente
    L'importante è rispettare la successione delle note come già la conosciamo
Un intervallo costituito da suoni di medesima altezza di definisce Unisono viene classificato come intervallo giuso.
Un intervallo, determinata la sua grandezza (numerica) , può assumere molte sfumature a seconda dei toni e semitoni da cui è composto.
Un intervallo può essere :

MAGGIORE
MINORE
GIUSTO
ECCEDENTE
DIMINUITO
PIÙ CHE ECCEDENTE
PIÙ CHE DIMINUITO
PIÙ PIÙ CHE ECCEDENTE
PIÙ PIÙ CHE DIMINUITO.
. . . . .


Tutte queste caratteristiche sono comunque in relazione alla grandezza.
Analizziamo ora tutti i possibili intervalli maggiori , minori e giusti in base ai toni e semitoni che li compongono:



Per gli intervalli eccedenti e più che eccedenti e più più che eccedenti si rispetti quanto segue

Ad un intervallo maggiore se si aggiunge un sT diventa eccedente, a sua volta con l'aggiunta di un altro semitono diventa più che eccedente e così via. La regola vale anche in senso contrario.

Se ad un intervallo minore si toglie un sT diventa diminuito, a sua volta diventa più che diminuito e così via ed anche in senso contrario.

Anche per gli intervalli giusti il procedimento e lo stesso, ma non potendo essere ne Maj o Min
potranno diventare solo ecc o dim .

( Per aggiungere o togliere uno o più semitoni bisogna far uso dei segni di alterazione)






Bisogna prestare molta attenzione nel classificare intervalli le cui note hanno entrambe segni di alterazione.
Es: DO g LAe = sesta diminuita
Fa e SOL g = seconda più che eccedente

Metodo pratico per risolvere intervalli con alterazioni

Analizziamo il primo esempio DO g LAe
Togliamo le alterazioni e classifichiamo l'intervallo
( sesta maggiore 4T e 1sT)

Aggiungendo un diesis al DO
abbiamo innalzato la nota di un sT ,
quindi abbiamo accorciato la
distanza che separa i due suoni ,
quindi abbiamo tolto un sT
( sesta minore 4T )


aggiungendo un bemolle al LA
abbiamo abbassato la nota di un sT ,
quindi abbiamo ulteriormente
accorciato la distanzia tra i due suoni, quindi
abbiamo tolto un altro sT
( sesta diminuita 3T e 1sT )


INTERVALLI GIUSI

Analizziamo lo schema seguente e vediamo perché gli intervalli di quarta, quinta ed ottava
si definiscono giusti

Calcolando i T e sT che compongono gli intervalli di seconda, terza, sesta e settima nel moto ascendente possiamo notare che sono tutti maggiori di 1sT rispetto a quelli discendenti tranne quelli di quarta, quinta e ottava che conservano i medesimi rapporti di T e sT quindi si definiscono giusti ( eccezion fatta per l'intervallo di quarta scendente Fa – Si che per sua natura è già eccedente e per il l'intervallo di quinta ascendente Si – Fa che è diminuito ).


RIVOLTI

Un intervallo nella sua formazione naturale viene detto diretto.
Trasportando il suono più grave all'ottava superiore o vice versa ( suono più acuto all'ottava inferiore ) si ha il suo rivolto , nel primo caso parleremo di rivolto superiore , mentre nel secondo di rivolto inferiore.




Un intervallo diretto ed il suo rivolto non mantengono la stessa grandezza.
Ecco il rapporto di grandezza tra intervalli diretti con i propri rivolti:



Cambiando in rapporto di T e St , cambia anche la specie secondo questo schema:


L' intervallo Giusto Rimane Giusto
L' intervallo Maggiore Diventa Minore
L' intervallo Minore Diventa Maggiore
L' intervallo Eccedente Diventa Diminuito
L' intervallo Diminuito Diventa Eccedente
L' intervallo Più che eccedente Diventa Più che diminuito
L' intervallo Più che diminuito Diventa Più che eccedente


Il tutto vale anche in presenza di alterazioni.


CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVALLI SECONDO LA SPECIE

Una volta determinata la grandezza di un intervallo possiamo specificarne altre caratteristiche :

INTERVALLO MELODICO O ARMONICO:
MELODICO: quando i due suoni che lo compongono si susseguono nell'ordine di tempo ( uno dopo l'altro / dimensione orizzontale ), può essere ascendente o discendente.
ARMONICO: quando i due suoni sono suonati simultaneamente ( dimensione verticale ) , si considera sempre ascendente.

INTERVALLO CONGIUNTO O DISGIUNTO:
CONGIUNTO: quando i suoni sono contigui ovvero non ci sono altri suoni in mezzo ( intervalli di seconda Maj o min )
DISGIUNTO: quando i suoni sono separati tra di loro ( intervalli di terza , quarta , quinta , ecc.)


INTERVALLI SEMPLICI O COMPOSTI:
SEMPLICI: quando l'intervallo è compreso nell'ottava ( l'intervallo di nona viene considerato cone semplice , per la sua importanza armonica )
COMPOSTO: quando è più grande dell'ottava ( intervalli di decima , undicesima ecc.)
e sono composti da un intervallo di una o più ottave sommate ad un intervallo semplice.

INTERVALLI CONSONANTI O DISSONANTI:

CONSONANTI: quando generano una sensazione di stabilità e rilassamento , agevole alla percezione. Si dividono in:
Consonanze perfette: ne fanno parte gli intervalli di quarta, quinta ed ottava giusta.
Consonanze imperfette : ne fanno parte gli intervalli di terza e sesta Maj e min.

DISSONANTI: quando generano una sensazione di instabilità , di tensione e di movimento.
Una dissonanza cerca sempre una risoluzione verso una consonanza.
Ne fanno parte gli intervalli di seconda e settima Maj e min e tutti gli intervalli ecc ,dim , più che ecc , più che dim .