INTERVALLI
Lo studio e la classificazione degli intervalli trova la sua importanza nella costruzione delle varie scale musicali e degli accordi.
Per intervallo si intende il rapporto in altezza tra due suoni ovvero la loro distanza.
Abbiamo già visto che la distanza maggiore tra due suoni congiunti si chiama tono e quella minore semitono, ma si possono calcolare anche le distanze tra suoni disgiunti.
Gli intervalli si classificano per grandezza e per specie.
PER GRANDEZZA
Si misura contando i suoni che abbraccia compreso quello iniziale
Es: DO - RE due suoni ( intervallo di seconda)
DO - MI tre suoni ( intervallo di terza )
DO - FA quattro suoni ( intervallo di quarta )
ecc....
Possiamo partire da qualsiasi nota e il procedimento è sempre lo stesso:
Es: SOL - LA ( seconda )
SI - RE ( terza )
MI - LA ( quarta )
Il procedimento vale anche per il moto discendente
L'importante è rispettare la successione delle note come già la conosciamo
Un intervallo costituito da suoni di medesima altezza di definisce Unisono viene classificato come intervallo giuso.
Un intervallo, determinata la sua grandezza (numerica) , può assumere molte sfumature a seconda dei toni e semitoni da cui è composto.
Un intervallo può essere :
MAGGIORE
MINORE
GIUSTO
ECCEDENTE
DIMINUITO
PIÙ CHE ECCEDENTE
PIÙ CHE DIMINUITO
PIÙ PIÙ CHE ECCEDENTE
PIÙ PIÙ CHE DIMINUITO.
. . . . .
Tutte queste caratteristiche sono comunque in relazione alla grandezza.
Analizziamo ora tutti i possibili intervalli maggiori , minori e giusti in base ai toni e semitoni che li compongono:
Per gli intervalli eccedenti e più che eccedenti e più più che eccedenti si rispetti quanto segue
Ad un intervallo maggiore se si aggiunge un sT diventa eccedente, a sua volta con l'aggiunta di un altro semitono diventa più che eccedente e così via. La regola vale anche in senso contrario.
Se ad un intervallo minore si toglie un sT diventa diminuito, a sua volta diventa più che diminuito e così via ed anche in senso contrario.
Anche per gli intervalli giusti il procedimento e lo stesso, ma non potendo essere ne Maj o Min
potranno diventare solo ecc o dim .
( Per aggiungere o togliere uno o più semitoni bisogna far uso dei segni di alterazione)
Bisogna prestare molta attenzione nel classificare intervalli le cui note hanno entrambe segni di alterazione.
Es: DO g LAe = sesta diminuita
Fa e SOL g = seconda più che eccedente
Metodo pratico per risolvere intervalli con alterazioni
Analizziamo il primo esempio DO g LAe
Togliamo le alterazioni e classifichiamo l'intervallo
( sesta maggiore 4T e 1sT)
Aggiungendo un diesis al DO
abbiamo innalzato la nota di un sT ,
quindi abbiamo accorciato la
distanza che separa i due suoni ,
quindi abbiamo tolto un sT
( sesta minore 4T )
aggiungendo un bemolle al LA
abbiamo abbassato la nota di un sT ,
quindi abbiamo ulteriormente
accorciato la distanzia tra i due suoni, quindi
abbiamo tolto un altro sT
( sesta diminuita 3T e 1sT )
INTERVALLI GIUSI
Analizziamo lo schema seguente e vediamo perché gli intervalli di quarta, quinta ed ottava
si definiscono giusti
Calcolando i T e sT che compongono gli intervalli di seconda, terza, sesta e settima nel moto ascendente possiamo notare che sono tutti maggiori di 1sT rispetto a quelli discendenti tranne quelli di quarta, quinta e ottava che conservano i medesimi rapporti di T e sT quindi si definiscono giusti ( eccezion fatta per l'intervallo di quarta scendente Fa – Si che per sua natura è già eccedente e per il l'intervallo di quinta ascendente Si – Fa che è diminuito ).
RIVOLTI
Un intervallo nella sua formazione naturale viene detto diretto.
Trasportando il suono più grave all'ottava superiore o vice versa ( suono più acuto all'ottava inferiore ) si ha il suo rivolto , nel primo caso parleremo di rivolto superiore , mentre nel secondo di rivolto inferiore.
Un intervallo diretto ed il suo rivolto non mantengono la stessa grandezza.
Ecco il rapporto di grandezza tra intervalli diretti con i propri rivolti:
Cambiando in rapporto di T e St , cambia anche la specie secondo questo schema:
L' intervallo Giusto Rimane Giusto
L' intervallo Maggiore Diventa Minore
L' intervallo Minore Diventa Maggiore
L' intervallo Eccedente Diventa Diminuito
L' intervallo Diminuito Diventa Eccedente
L' intervallo Più che eccedente Diventa Più che diminuito
L' intervallo Più che diminuito Diventa Più che eccedente
Il tutto vale anche in presenza di alterazioni.
CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVALLI SECONDO LA SPECIE
Una volta determinata la grandezza di un intervallo possiamo specificarne altre caratteristiche :
INTERVALLO MELODICO O ARMONICO:
MELODICO: quando i due suoni che lo compongono si susseguono nell'ordine di tempo ( uno dopo l'altro / dimensione orizzontale ), può essere ascendente o discendente.
ARMONICO: quando i due suoni sono suonati simultaneamente ( dimensione verticale ) , si considera sempre ascendente.
INTERVALLO CONGIUNTO O DISGIUNTO:
CONGIUNTO: quando i suoni sono contigui ovvero non ci sono altri suoni in mezzo ( intervalli di seconda Maj o min )
DISGIUNTO: quando i suoni sono separati tra di loro ( intervalli di terza , quarta , quinta , ecc.)
INTERVALLI SEMPLICI O COMPOSTI:
SEMPLICI: quando l'intervallo è compreso nell'ottava ( l'intervallo di nona viene considerato cone semplice , per la sua importanza armonica )
COMPOSTO: quando è più grande dell'ottava ( intervalli di decima , undicesima ecc.)
e sono composti da un intervallo di una o più ottave sommate ad un intervallo semplice.
INTERVALLI CONSONANTI O DISSONANTI:
CONSONANTI: quando generano una sensazione di stabilità e rilassamento , agevole alla percezione. Si dividono in:
Consonanze perfette: ne fanno parte gli intervalli di quarta, quinta ed ottava giusta.
Consonanze imperfette : ne fanno parte gli intervalli di terza e sesta Maj e min.
DISSONANTI: quando generano una sensazione di instabilità , di tensione e di movimento.
Una dissonanza cerca sempre una risoluzione verso una consonanza.
Ne fanno parte gli intervalli di seconda e settima Maj e min e tutti gli intervalli ecc ,dim , più che ecc , più che dim .